FATTORI DI RISCHIO
E FATTORI PROTETTIVI


Qualunque persona può attraversare stati di benessere, stati di disagio e, più raramente, di disturbo. Sappiamo che questo dipende dalle difficoltà, dai conflitti, dalle frustrazioni cui può andare incontro. Ma nella maggior parte dei casi si percorre anche il cammino inverso: una persona normalmente supera la condizione di disturbo e di disagio e torna a rivivere stati di benessere e di equilibrio.

Volendo fare un paragone, si può dire che vale per la vita psichica quello che vale per la vita biologica: sano non è colui che vivendo in una campana di vetro evita ogni esposizione al contagio: sano è colui che essendo dotato di anticorpi è in grado di reagire adeguatamente alle aggressioni di agenti esterni. Analogamente, una vita mentale sana e normale non è il risultato di una esistenza indenne dalle sofferenze, ma di un’esistenza dotata di risorse che permettono di superarle.

Parlando delle condizioni mentali, abbiamo indicato diversi fattori che influiscono su esse, concludendo che ci sono fattori di rischio, che spingono verso le condizioni di disagio e di disturbo, e fattori protettivi, che costituiscono le risorse che permettono di recuperare equilibrio e benessere.

Nessun evento, momento o particolare condizione in cui possiamo imbatterci nella vita è in assoluto un fattore di rischio o un fattore di protezione. Al contrario, sarà la nostra storia particolare, il modo in cui vi arriviamo e la viviamo, a rendere una certa occasione positiva o negativa.




FATTORI DI RISCHIO


Momenti critici del ciclo vitale


INDIVIDUALE

Infanzia
Adolescenza
Fine Istruzione
Servizio Militare
Gravidanza-Puerperio
Pensionamento
Senilità


FAMILIARE

Nascita dei figli
Separazione-Divorzio
Svincolo dei figli
Morte di uno dei coniugi



Esistono, nel ciclo vitale degli individui e delle famiglie, alcuni momenti che richiedono un maggior sforzo di adattamento e che sono quindi a più alto rischio per la salute mentale del soggetto. Quando ai momenti critici dell’esistenza individuale si sommano quelli familiari aumenta la probabilità di rischio per la salute mentale.




Momenti critici del ciclo vitale

Esistono nella vita di ciascuno, tanto a livello individuale che a livello familiare, momenti, età, situazioni particolarmente significativi e critici. Lo schema presentato indica, per esempio, alcuni momenti della vita individuale (infanzia, adolescenza, fine dell’istruzione, servizio militare - per gli uomini - gravidanza e puerperio - per le donne - pensionamento, vecchiaia) densi di tensioni che possono essere adeguatamente risolte, oppure possono dare luogo a disturbi. Anche la vita familiare ha momenti critici (nascite, separazioni, svincolo dei figli, lutti) nei quali si possono insediare disturbi.


Eventi stressanti particolari

Possono essere, sul piano delle apparenze, eventi negativi (un incidente, un insuccesso scolastico, il licenziamento dal lavoro, difficoltà con suoceri o cognati, sovraccarico di impegno per assistenza a un familiare anziano), ma possono essere anche eventi generalmente ritenuti positivi l’inizio di un nuovo lavoro, il matrimonio, l’inizio di lavoro del coniuge, l’arrivo delle ferie, ecc.): queste situazioni costituiscono altrettanti momenti in cui emergono le difficoltà di rapporto con i familiari, la necessità di compiere scelte, la necessità di mettere alla prova se stessi. Si possono avviare processi distorti e involutivi, si possono determinare e radicare stati di disagio che di nuovo inducono disturbi.


Condizioni tendenzialmente stabili di stress

Anche a prescindere da particolari eventi o momenti del ciclo vitale, il fatto di vivere in situazione permanentemente deficitaria e povera, sia dal punto di vista ecologico (spazi fisici, ricchezza e qualità di stimoli), che sociale (lavoro, amicizie, livello di istruzione) e sanitario (aspetti di prevenzione, qualità e tempestività di cure), costituisce fonte di disagio e aumenta la probabilità di disturbi.




FATTORI PROTETTIVI


Analogamente, assieme ai fattori di rischio, esistono risorse e strategie che muniscono l’individuo di opportuni fattori protettivi.


Le capacità individuali del soggetto

Di fronte alle possibili avversità della vita non tutti reagiamo allo stesso modo. Quasi tutti siamo esposti alla sofferenza (perdita di persone care, problemi lavorativi, ecc.), ma solo alcuni di noi sviluppano un disturbo psichico. Questo avviene anche per i diversi modi di affrontare o tollerare una situazione di stress. La capacità di affrontare una difficoltà è detta coping.

C’è che di fronte ad un pericolo fugge sempre senza fermarsi a pensare se è utile o meno affrontarlo: c’è chi invece lo affronta sempre, senza fermarsi a pensare se è utile o meno evitarlo: infine, c’è chi indifferentemente lo affronta o lo fugge, senza intrattenersi in una valutazione dei problemi.

Tutto questo può produrre insicurezza, perchè i comportamenti adottati saranno sovente inadeguati alla situazione e gli effetti negativi produrranno incertezza e scarsa fiducia in se stessi.

Se, viceversa, abbiamo avuto esperienze positive, in cui siamo riusciti a padroneggiare lo stress, a volte evitando il problema a volte aumentando lo sforzo per risolverlo, ci sentiremo via via più sicuri e sempre più capaci di affrontare nuove situazioni difficili.


La possibilità di contare almeno su una persona di riferimento

Possono essere persone presenti, oppure fare parte del ricordo del passato: persone note, ma anche conoscenze nuove: persone che si propongono come modelli di comportamento, come fonti di apprendimento e di consigli, come punti di riferimento affettivo.

Il riferimento a persone significative è un fattore primario e si attiva dal momento della nascita. L’esperienza di un rapporto significativo nei primi anni di vita, in genere con una figura genitoriale, costituisce la base a cui l’individuo dovrà fare riferimento nello stabilire nuovi rapporti affettivi. Un individuo che nella prima infanzia non ha sperimentato stabilmente la protezione e l’assistenza di un adulto significativo, affronterà in seguito le difficoltà senza aspettarsi o cercare aiuto all’esterno, o comunque riterrà svalutante che qualcuno gli offra tale aiuto. Questa situazione costituisce un rischio per la salute mentale dell’individuo.

All’opposto avere un rapporto significativo con una persona affidabile aumenta la possibilità di reagire e di far fronte ai momenti critici e difficili della vita, e più in generale di conservare equilibrio e serenità.


La possibilità di contare su di una rete sociale di aiuto

La consapevolezza di poter contare sull’aiuto di una rete sociale costituisce una risorsa basilare per la salute mentale di ognuno di noi. I rapporti quotidiani con familiari, amici, colleghi di lavoro o l’appartenenza a gruppi religiosi, politici, scolastici o di altro genere possono svolgere una funzione protettiva importantissima. Questa funzione si manifesta principalmente in tre modi: tramite un sostegno emotivo, con informazioni e consigli, con aiuti materiali.

Poste le cose in questi termini, sembra che la salute mentale si fondi su un presupposto di natura volontaristica, o peggio ancora su una serie di doni di cui alcuni dispongono e altri sono privi. Cosa può fare - si obietta - chi di certe risorse non dispone? E non è uno dei primi effetti dello stato di disagio e di disturbo proprio la perdita di fiducia in se stessi e quindi della capacità di reagire efficacemente, di costruirsi una figura di riferimento insieme ad una rete sociale?

Ed eccoci all’aspetto non banale della questione: vivere protetti (avere un buon coping, una valida figura di riferimento, una rete sociale solida) non è un fatto misterioso e inspiegabile, ma il frutto di una pratica. Una pratica che per lo più viene attuata inconsapevolmente, per abitudini contratte con l’educazione e con l’imitazione dei modelli familiari o degli ambienti frequentati.E’ evidente però che aumentando la cultura e la conoscenza di ciò che è utile alla salute, comportamenti spontanei si trasformino in una proficua ricerca attiva.




IN CONCLUSIONE

Lo stato psichico è il risultato del concorso di molti fattori che possono valere come fattori di rischio o come fattori protettivi.

La vita mentale sana è tale non perché indenne dalle sofferenze, dagli stati di disagio e di disturbo, ma perchè è dotata di fattori protettivi che costituiscono le risorse in grado di ricondurre costantemente all’equilibrio.

I fattori protettivi sono il frutto di una pratica, e possono essere, seppure in misura soggettiva, acquisiti e potenziati: essi concorrono al rafforzamento dell’atteggiamento positivo che un individuo ha verso se stesso e alla capacità di realizzare una solida rete di relazioni sociali.