Si pubblica di seguito il testo integrale della lettera inviata lunedì 7 settembre al ministro della Salute Roberto Speranza per richiedere un intervento urgente per il protrarsi delle restrizioni di libertà, nelle strutture socio sanitarie e socio assistenziali, che accolgono persone che vivono la condizione della sofferenza mentale.
Al Ministro della Salute Roberto Speranzae
p.c. Alla Sottosegretaria di Stato per la Salute Mentale, On.le Sandra Zampa Al Presidente della Commissione Sanità del Senato
Al Garante Nazionale delle persone private della libertà, Dott. Mauro Palma
Oggetto: intervento urgente sulle strutture residenziali per la salute mentale
Gentile Ministro,
Esprimiamo grande preoccupazione per il protrarsi delle restrizioni di libertà, nelle strutture socio sanitarie e socio assistenziali, che accolgono persone che vivono la condizione della sofferenza mentale. Le attuali disposizioni governative stabiliscono che “l’accesso di parenti e visitatori è limitata ai soli casi indicati dalla direzione sanitaria della struttura, che è tenuta ad adottare le misure necessarie a prevenire possibili trasmissioni di infezione”. Ciò ha determinato, da parte delle strutture, una inaccettabile e incomprensibile rigidità di disposizioni che non solo stabiliscono quando e in che misura consentire la visita di parenti e amici (privando le persone di rapporti affettivi determinanti per la loro ripresa), ma l’impedimento al libero movimento all’esterno della struttura come invece consentito (pur con le precauzioni da assumere) alla generalità dei cittadini e delle cittadine. Consideriamo gravi tali disposizioni che impediscono, alle persone, quel processo di integrazione e inclusione sociale indispensabile per il percorso di miglioramento delle proprie condizioni di salute mentale e di salute fisica. Gli operatori delle strutture, quando non sono in turno, vivono la loro normalità di vita frequentando i propri cari e gli amici, i luoghi della socialità e dello svago, i negozi, i supermercati, le palestre, il mare e possono anche andare in vacanze. Tutto ciò è precluso a cittadine e cittadini che, per le loro condizioni di difficoltà psico sociali e sanitarie hanno necessità di essere sostenuti, in un percorso assistenziale e terapeutico riabilitativo, in luoghi altri dalla propria abitazione, e determina una grave discriminazione. La nostra Organizzazione riceve costantemente segnalazioni e proteste da parte dei familiari e delle stesse persone ospitate in tali strutture. In questi giorni, inoltre, le disposizioni si sono ulteriormente inasprite bloccando qualunque accesso, nelle strutture, da parte dei familiari.Si segnala che non ovunque è cosi, vi sono comunità terapeutiche e strutture socio assistenziali in cui gli ospiti, pur con le misure di prevenzione necessarie, incontrano regolarmente i propri familiari e partecipano alla vita sociale.
Si chiede pertanto un intervento urgente da parte del Ministero della Salute con l’emanazione urgente di disposizioni chiare che valgano per la generalità dei cittadini e delle cittadine, inclusi i cittadini e le cittadine che sono accolti e accolte in qualunque struttura socio sanitaria o socio assistenziale del nostro Paese.
In attesa di cortese e urgente riscontro, si porgono cordiali saluti.
La Presidente Unasam
f.to Gisella Trincas