21 ottobre 2005
U.N.A.SA.M Onlus
Unione Nazionale delle Associazioni
per la Salute Mentale
Considerazioni su un fatto di cronaca
La tragedia di Via Filippo Turati a Roma ha colpito profondamente l’opinione pubblica: le reazioni non possono essere se non di dolore e di pietà per tutte le persone coinvolte, il povero ragazzo e le sue innocenti vittime. Passato il primo momento di sgomento e di disorientamento dobbiamo tuttavia collocare questa tragedia nel suo giusto contesto per non incorrere in pericolose generalizzazioni e nella tentazione di soluzioni dettate dall’emozione più che dalla ragione.
Nonostante la grande risonanza mediatica e, purtroppo, la morbosa enfasi con la quale si indugia su certi particolari, si tratta di fatti assolutamente eccezionali nell’ambito delle persone con sofferenza mentale: le statistiche dimostrano senza ombra di dubbio che tali fatti non sono commessi da esse con maggiore frequenza rispetto alle persone “normali”. Certamente in molti casi possono essere evitati, qualche volta appartengono alla sfera dell’imponderabile. Più che demonizzare la persona malata e sbattere il “mostro” in prima pagina dobbiamo porci il problema di una presa in cura delle persone con sofferenza mentale; si tratta di alcuni milioni in Italia e sappiamo che anche i casi più gravi se curati in maniera appropriata possono raggiungere una soddisfacente qualità della vita ed essere inseriti nella vita sociale e lavorativa. Ciò implica però l’esistenza e il buon funzionamento di una rete di strutture diffuse nel territorio, aperte 24 su 24 ore che siano in grado di offrire alle persone sofferenti e alle loro famiglie una presa in cura precoce e continuativa. Purtroppo, nonostante la istituzione dei dipartimenti di salute mentale, esistono ancora in Italia gravissime carenze dei servizi territoriali che riescono a prendere in cura soltanto una piccola parte dei pazienti; da ciò derivano situazioni di abbandono che a loro volta sono alla base di processi di aggravamento e di cronicizzazione anche in molti giovani che potrebbero essere invece avviati con successo alla riabilitazione e alla inclusione sociale.
Ancora più complessi e delicati sono i problemi della presa in cura nei disturbi che insorgano nell’infanzia e nell’adolescenza e che interferiscono più profondamente nella crescita e nella maturazione: si passa anche qui da situazioni di abbandono e di grande solitudine delle famiglie a pratiche di medicalizzazione selvaggia in cui l’analisi e la soluzione del problema nei suoi molteplici aspetti (medici, sociali, familiari) sono sostituite dall’uso e abuso di psicofarmaci e di pratiche di contenimento più o meno coercitive. Si realizzano così situazioni e contesti che mettono ulteriormente a rischio il paziente con produzione di sintomi e di sindromi che sono più il risultato dell’effetto degli psicofarmaci che non della malattia. Anche in questi casi l’assoluta insufficienza dei servizi di tutela della salute mentale in età evolutiva è alla base di aggravamenti e di ulteriori sofferenze.
E’ su questo terreno che le associazioni degli utenti e delle famiglie chiedono interventi più mirati, del resto previsti dalla vigente normativa, che implicano però la destinazione di risorse che oggi sono invece in gran parte assorbite da pratiche spesso inappropriate, soprattutto di ricovero, gestite troppo spesso da privati.
Sono questi, anche, i problemi di fondo sui quali l’opinione pubblica dovrebbe avere maggiori elementi di informazione e di consapevolezza ed è su questi aspetti che vorremmo richiamare, ancora una volta, l’attenzione delle Istituzioni e dei mezzi di comunicazione di massa.
Ufficio Stampa Unasam
Dott.Girolamo Digilio
Comunicato stampa
La tragedia di Via Filippo Turati a Roma deve far porre ancora una volta l’attenzione sulla grave insufficienza dei Servizi per la presa in cura delle persone con sofferenza mentale anche in età evolutiva. Si passa spesso dall’abbandono dei pazienti e delle loro famiglie a inappropriate pratiche di medicalizzazione selvaggia con uso ed abuso di psicofarmaci e di altre pratiche di contenimento più o meno coercitive che in molti casi aggravano la situazione.
L’UNASAM-Onlus, Unione Nazionale delle Associazioni per la Salute Mentale richiama ancora una volta le competenti Istituzioni all’urgente necessità dell’adeguamento dei servizi di tutela della salute mentale ai reali fabbisogni della popolazione come previsto dalla vigente normativa.
Ufficio Stampa Unasam
Dott.Girolamo Digilio