L’U.N.A.SA.M. si rivolge ai candidati Premier del prossimo Governo Nazionale
L’UNASAM, (Unione Nazionale delle Associazioni per la Salute Mentale), è una Organizzazione nazionale a cui fanno riferimento oltre 20.000 famiglie. Lo scopo della nostra azione è favorire e sollecitare la piena attuazione della Legge di Riforma Psichiatrica n°180 e della Legge di Riforma Sanitaria n°833, oltre ai Progetti Obiettivo Nazionali Salute Mentale, Le Linee Guida Ministeriali del 2008 e le Raccomandazioni della Commissione Europea.
La Conferenza di Helsinki del 2005, promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha approvato un importante documento che impegna tutte le nazioni dell’Europa in un Piano vincolante che sposta l’attenzione dalla “malattia” alla “persona”: ai suoi bisogni e diritti; con interventi mirati anche al suo contesto di vita, alla rete di appartenenza, ai gruppi sociali di riferimento.
Alle persone che vivono la condizione della sofferenza mentale, nel rispetto del Piano d’Azione, devono essere garantiti:
La disponibilità di aiuti materiali e sussidi economici, anche transitori, per avere un reddito che consenta una vita dignitosa;
Condizioni di habitat soddisfacenti: la propria casa, la possibilità di accedere ad appartamenti-comunità e residenze transitorie (protette o semi-protette), nelle fasi della vita di particolare bisogno;
L’inserimento lavorativo in rapporto alle proprie esigenze, capacità e inclinazioni;
L’accesso all’istruzione, all’informazione e alla formazione;
L’accesso a contesti e occasioni di socializzazione
Tutti i Paesi Europei sono concordi nel riconoscere che la salute mentale e il benessere mentale di una persona, sono fondamentali per la qualità della sua vita. Incidono sulla produttività degli individui, delle famiglie, delle comunità e delle nazioni. Rendono le persone capaci di sperimentare il vero significato della vita. Permettono loro di esprimere la propria creatività e di essere dei cittadini partecipi e attivi.
Il Programma di Azione prevede inoltre di aumentare gli investimenti per la salute mentale e stabilire politiche sanitarie e leggi basate sulle attuali conoscenze e considerazioni sui diritti umani.
Questi gli impegni assunti per il decennio 2005/2015 (che sta per scadere!):
Diffondere l’importanza del benessere mentale;
Lottare collettivamente contro lo stigma, la discriminazione e l’ineguaglianza e responsabilizzare e sostenere le persone affette da problemi di salute mentale e le loro famiglie affinché possano partecipare attivamente a questo processo;
Concepire e realizzare sistemi di salute mentale completi, integrati ed efficaci che inglobino la promozione, la prevenzione, il trattamento, la riabilitazione, le cure e il reinserimento sociale;
Rispondere al bisogno di disporre di un personale di cura competente ed efficace in tutti questi campi;
Riconoscere l’esperienza e la conoscenza delle persone che fanno e/o hanno fatto l’esperienza del disturbo mentale e dei familiari e di quanti coinvolti quale base importante per la pianificazione e sviluppo dei servizi di salute mentale.
In Italia, la situazione psichiatrica attuale è caratterizzata:
Dalla emanazione di leggi e linee guida di grande valore civile e culturale che non hanno trovato lo stesso livello di attenzione e applicazione nelle diverse realtà regionali e locali;
Da una progressiva disattenzione da parte del Governo centrale e del Parlamento, in particolare nell’ultima legislatura, che non sono stati capaci di garantirne e sollecitarne la piena applicazione;
Da un progressivo impoverimento del sistema dei servizi territoriali di salute mentale che ha di fatto impedito (nella gran parte dei servizi) l’erogazione di quel complesso di prestazioni terapeutiche-riabilitative personalizzate indicate nei Progetti Obiettivo e nelle Linee Guida Nazionali. I servizi territoriali svolgono prevalentemente attività di tipo ambulatoriale per le prestazioni farmacologiche;
Da una inaccettabile disomogeneità nella distribuzione e nell’utilizzo delle risorse (umane e finanziarie) tra le Regioni, tra le Aziende Sanitarie Locali, e, all’interno di queste, tra i Dipartimenti di Salute Mentale. Convivono in Italia servizi di eccellenza e servizi poveri e pessimamente organizzati. I destini delle persone dipendono quindi non dalla condizione di malattia ma dalla inadeguatezza degli interventi;
Dalle mai abbandonate pratiche coercitive nella maggioranza dei Servizi Psichiatrici di Diagnosi e cura: contenzione fisica e farmacologica, porte chiuse e organizzazione prevalentemente custodialistica;
dal mancato superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (luoghi dell’orrore e della violazione dei più fondamentali diritti umani), nonostante il DPCM 1°aprile 2008, le sentenze della Corte di Cassazione e della Corte Costituzionale, la Legge n°9/2012, e dal mai interrotto processo di internamento di giovani cittadini con problemi di salute mentale.
Inoltre, l’ultima legislatura si è fortemente caratterizzata per l’assenza totale di attenzione e sensibilità istituzionale verso le istanze delle associazioni dei familiari e degli utenti. Per aver soppresso ogni strumento di partecipazione democratica. Per aver impoverito il sistema di Welfare azzerando i fondi statali per le politiche socio assistenziali. Per aver di fatto favorito il peggioramento delle condizioni di vita e di salute di migliaia di cittadine e cittadini colpiti dalla condizione di sofferenza mentale.
In questi anni così difficili, l’unica attenzione a questi temi è stata garantita dalla Commissione Parlamentare di inchiesta del Servizio Sanitario Nazionale, che ha svolto una indagine approfondita sui servizi di salute mentale in Italia, evidenziando delle gravi inadempienze e criticità e indicando soluzioni (in allegato audizione dell’Unasam e relazione conclusiva della Commissione).
Per quanto sopra, l’UNASAM invita i candidati Premier, i partiti e i movimenti politici che si propongono in questa campagna elettorale, ad assumere un impegno deciso e responsabile sui temi della salute mentale, affinché ritorni ad essere una delle questioni prioritarie tra le emergenze del nostro Paese.
In particolare, chiediamo a coloro che si apprestano a governare il nostro Paese, un impegno concreto su questi punti:
1) La ricostituzione della Commissione Ministeriale Salute Mentale con la partecipazione delle Associazioni dei familiari e degli utenti;
2) L’individuazione di un finanziamento nazionale che consenta a tutte le Regioni di adeguare i propri servizi di salute mentale portandoli al livello delle eccellenze presenti nel nostro Paese (con i centri di salute mentale aperti sulle 24 ore e orientati alla guarigione), nel rispetto delle Raccomandazioni della Commissione Europea e delle Linee Guida Nazionali del 2008;
3) Il rifinanziamento adeguato del fondo nazionale per le politiche sociali;
4) Il Commissariamento delle Regioni inadempienti nella attuazione delle norme nazionali e comunitarie sulla salute mentale;
5) Un piano nazionale di sensibilizzazione sui temi della salute mentale che coinvolga le scuole di ogni ordine e grado;
6) Il riconoscimento a tutti i livelli istituzionali, nazionale e regionali, delle associazioni dei familiari e degli utenti con sostegni finanziari alla loro azione di advocacy;
7) Un piano nazionale di finanziamento della cooperazione sociale per progetti di opportunità lavorative stabili per persone con disturbo mentale;
8) Il concreto superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari privilegiando i percorsi personalizzati di rientro nei territori di appartenenza
9) Il divieto alla costruzione di nuovi e più “moderni” luoghi di cura e custodia (mini ospedali psichiatrici giudiziari) in quanto non può esserci cura in condizioni di custodia
10) La revisione del codice penale nella parte in cui è prevista la misura di sicurezza in OPG o Case di Cura e Custodia per le persone con disturbo mentale autrici di reato.
In attesa di conoscere, su questo delicato e gravoso tema, il pensiero, i programmi e le azioni dei candidati Premier e dei partiti e movimenti, si porgono cordiali saluti.